Si accede alla chiesa dalla piazza del Municipio, passando sotto ad un arco Medioevale che immette in un praticello chiuso, sulla destra, dal muro del cimitero.
Le origini della Parrocchiale presumibilmente risalgono intorno al 1.200. Mentre un segno certo della sua presenza è un documento, della metà del 1.300, del Vescovo di Torino, che ne affida la gestione al Curato di Dronero.
All’inizio era costituita, presumibilmente, da una Cappella di ridotte dimensioni, in stile romanico, per poi subire nel tempo diversi interventi artistici e architettonici. Alla fine del 1400 si aggiunge la volta a crocera al Presbiterio e si costruisce il campanile in stile gotico, alla fine del 1.600 si allunga la navata principale e nel 1762 si costruisce la Cappella dedicata a San Pancrazio, Patrono del paese.
Avvicinandoci all’ingresso possiamo notare sulla parete di destra, murata, una lapide romana. Essa racconta la vittoria e sottomissione da parte dell’esercito di Roma su una tribù gallica ribelle.
L’atrio non ha una datazione precisa, La porta è inquadrata tra l’architrave ed una serie di colonnine sormontate da teste umane e mostruose. Sopra di esse, a sinistra vi è scolpita una catena che lega un serpente a una figura umana a significare che il peccato rende schiavi del demonio.
Nella lunetta sopra l’ architrave c’è affrescata una Madonna in trono con Gesù e Angeli dipinta, nella seconda metà del 1400, da Baleison da Demonte. Superato il portale ci ritroviamo nella navata unica della Chiesa con, di fronte, la Cappella di San Pancrazio Patrono del Paese, oggi adibita a cappella per le Funzioni nei mesi invernali.
A sinistra notiamo immediatamente il grande arco trionfale, della fine del 1300 inizio del 1400, che racchiude il Presbiterio. su di esso sono scolpite delle formelle che rappresentano cominciando da destra: due demoni che cuociono una coppia di dannati, un toro con cartiglio, una donna con un grappolo di uva con accanto l’aquila dell’Evangelista Giovanni, una Madonna con Bambino, un gallo, una sirena, un ariete, una scimmia con volto umano, delle rosette, un unicorno, un leone o forse una pantera, San Giorgio che uccide il drago, l’Angelo dell’Evangelista Matteo e su entrambi i lati, scolpiti, due telamoni che sorreggono l’arco.
Le pareti del Presbiterio sono affrescate e rappresentano la Crocifissione e le storie della vita della Madonna. Sono stati dipinti, a inizio 1500, dal pittore Fiammingo Hans Clemer detto il Maestro d’Elva. Questi conobbe Ludovico II di Sauzzo, luogotenente di Carlo VII Re di Francia, che lo apprezzò e invitò nella capitale del Marchesato.
Sono molte le opere di Clemer in queste terre. Si ignora la titolarità della committenza che lo portò ad Elva e vi sono diverse ipotesi, una è attribuita allo stesso Marchese identificabile, per la ricchezza degli abiti, in uno dei Re Magi dell’affresco sulla parete di destra.
Le pitture della volta sono distribuite in quattro vele triangolari, divise da costoloni, e rappresentano ciascuna un Evangelista e un Dottore della Chiesa. Tali dipinti sono della fine del 1400 , di pittore ignoto che non li avrebbe completati, lasciando al Clemer tale compito.
Nella parete di fondo trova posto la raffigurazione della Crocefissione con il Cristo in Croce e affiancati i due ladroni, a destra il buono a sinistra il cattivo. Nella fascia mediana vi è la folla, i cavalieri e dal lato del buon ladrone Longino a cavallo che, con la sua lancia, per pietà ha trafitto il costato del Cristo. In basso si nota il gruppo delle Pie Donne con San Giovanni che sorregge il capo della Madonna, la Maddalena abbraccia la Croce, un cavaliere in primo piano e la disputa per la divisione delle vesti del Crocefisso.
Le pareti laterali raccontano la vita della Vergine e rappresentano in sequenza continua da sinistra a destra partendo dall’alto: la cacciata di Gioacchino dal Tempio, l’ incontro di San Gioacchino e Sant’Anna, la nascita della Madonna, la presentazione di Maria al Tempio, le nozze della Madonna, l’Annunciazione, la visita di Maria a Elisabetta, l’Adorazione dei Magi (in cui può essere identificato, per le ricche vesti, il Marchese committente dell’opera), la circoncisione, la fuga in Egitto, la strage degli innocenti, la morte della Madonna , la sepoltura della Madonna.
Andiamo ora a visitare la piccola cappella dal lato dell’ingresso, qui trova posto una tela rappresentante la Vergine con Bambino e Santi datata 1694, un Crocifisso in legno di fattura rustica datato fra il XV e il XVI secolo, vi è poi la Fonte Battesimale datata tra la metà del 1300 e l’ inizio del 1400. Essa è costituita da due blocchi con rappresentati in basso il regno del male con figure umane incatenate portate da animali, nella fascia intermedia delle figure del Purgatorio, in alto il regno della beatitudine con figure aureolate, Gesù e cherubini e tre teste forse raffiguranti la Trinità. L’ultima fascia contiene l’inizio delle Preghiere del Pater, Ave Maria e Credo. Per questi suoi contenuti è definita la piccola Divina Commedia.
Appena fuori dalla stanzetta notiamo il pulpito in legno costruito da un artigiano Elvese nel 1845-46. a lato dell’ ingresso troviamo, murata, l’Acquasantiera datata 1463. Sul lato opposto dell’ingresso e partendo dal fondo risalendo troviamo: la statua dell’Assunta , la pala dell’Assunta, la Cappella di San Pancrazio, datata 1762, con all’interno un altare monumentale e la statua del Santo Pancrazio di cui la festa del 12 Maggio segnava il rientro in paese di quanti praticavano i mestieri intineranti nei mesi invernali, ad esempio i Caviè.
Proseguendo con la visita troviamo infine la Pala del Rosario firmata da Giovanni Pietro Botta tra il 1600 e il 1700.