La storia

Per ovvie ragioni di spazio e per non annoiare chi legge tratteremo tale argomento in modo non approfondito, raccomandando, a chi volesse saperne di più, la lettura del libro di Don Ettore Dao “ELVA UN PAESE CHE ERA”

Le origini del nostro paese si perdono nella storia. I primi indizi li ritroviamo in una lapide romana che ora si trova murata a lato dell’ingresso della chiesa parrocchiale.

 

Essa ci indica che con ogni probabilità, nella nostra conca vi fu una cruenta battaglia tra la legione romana, comandata da Elvio Cinna, e tribù galliche in rivolta. La lapide ricorda la vittoria dei romani che qui fondarono un borgo chiamato Helva in onore del comandante vittorioso. Per altro anche Tito Livio parla di Hebutius Helva nel suo quarto libro.

 

I primi colonizzatori furono legionari romani alla fine della loro cariera militare, di loro è rimasto il cognome ancora oggi più diffuso, Davus, poi diventato Dao con l’affermarsi, nel tempo, della lingua italiana.
Alto passaggio storico estremamente importante, per Elva e tutta la valle Maira , fu la nascita, intorno alla metà del dodicesimo secolo, del Marchesato di Saluzzo.

 

Il nostro paese e tutta la valle ne faranno parte per tutto il suo periodo storico. Nel 1264 il marchese Tommaso conferma, agli abitanti della valle superiore del Maira, le buone consuetudini di cui godevano già quando appartenevano all’antecedente marchesato di Busca.
Nel 1300 si arriva a formulare degli statuti per i comuni della valle siti superiormente al rio Breissino sito tra Lottulo e San Damiano. Con tali statuti i comuni citati, tra cui Elva, godevano di molte libertà civili e amministrative.

 

Sempre sotto i Saluzzo intorno alla metà del 1400 viene intrapresa la costruzione della Chiea Parrocchiale, che nei secoli verrà ampliata fino a come la vediamo oggi, di quelle date sono gli affreschi tanto famosi del presbiterio, attribuiti ad Hans Clemer (detto il maestro d’ Elva).

 

Di questo monumento cosi importante vi rimandiamo alla lettura della pagina appositamente dedicata. Nel 1600 con la conquista del marchesato di Saluzzo da parte dei Savoia anche l’alta valle Maira cambia padrone e vengono meno le libertà date dagli statuti che per un lunghissimo periodo avevano consentito maggiore prosperità ai valligiani. Sempre nel diciassettesimo secolo esattamente nel 1610 Elva viene data in feudo da Carlo Emanuele I ai conti Alinei.

 

Altra questione importante fu l’eresia calvinista che penetrò abbondantemente in valle, ad Elva se ne trova traccia nella campana calvinista di borgata Grange.
Anni bui furono intorno al1630 quando la peste decimò la popolazione, si dice che il cimitero non riuscisse più a contenere tutti i cadaveri. Nel 1700 gli elvesi furono coinvolti nella guerra del ducato contro i Gallo-Ispani coinvolgimento e tributo di sangue che colpì le famiglie elvesi fino alla seconda guerra mondiale come testimoniano le due lapidi sulla facciata del Municipio.

 

Le riunioni amministrative avvenivano sotto il portico della chiesa e solo nel 1765 verrà ultimata la costruzione del nuovo Municipio. Tra i temi di discussione il diverbio sui confini, in particolare con San Michele e solo nel 1788 verranno stabiliti definitivamente.

 

Alto compito comunale era quello di formulare la composizione delle Dezene. Queste era costituite da gruppi di uomini per ogni borgata che si occupavano dello sgombero della neve e della manutenzione viaria. Proprio i collegamenti viari con la valle sono il cruccio degli abitanti.

 

Di questo venne fatta rimostranza, nel 1837, al giovane principe Vittorio Emanuele di passaggio ad Elva . Questi si convinse ad appoggiare l’idea di una strada decisamente più corta da far passare attraverso il comba detta dell’orrido.

 

La storia di questa strada e i problemi da sempre ad essa collegati sono trattati in una apposita sezione del sito. Elva é stata densamente popolata con punte di 1300 abitanti, poi, dalla metà dello scorso secolo ha visto un inesorabile spopolamento. L’attività principale è sempre stata quella agricola ma, vista l’esiguità del territorio, ha da sempre costretto all’emigrazione stagionale gli uomini in forza lavoro.

 

Questi partivano d’autunno e facevano ritorno a maggio per la festa di San Pancrazio e durante l’ estate si occupavano del lavori nei campi, d’inverno quando non c’erano erano le donne ad occuparsi della famiglia e della stalla. Emigravano anche in altri stati e svolgevano lavori nel campo agricolo, ma molti di essi commerciavano in stoffe, un commercio ambulante, casa per casa. Ad un certo punto a qualcuno è venuta l’idea di comprare i capelli delle donne in modo da rivenderli per fare parrucche. Di tale attività si ha traccia certa già nel 1828-30 in quanto un Consigliere Comunale esercita tale attività. Di questo particolare lavoro, che ha reso famosa Elva nel mondo, tratteremo in una pagina apposita.

 

Oggi l’economia del paese per una parte è agricola, in particolare con l’allevamento bovino e ovino, con la coltivazione e in parte raccolta di erbe officinali e aromatiche e la trasformazione lattiero casearia in due caseifici. Il turismo sta diventando una voce economica sempre più importante, vista la ricchezza di arte e storia e di un ambiente unico di alta montagna in cui è possibile rilassarsi e praticare sport quali: escursionismo sci alpinismo mountain bike.

 

Sono attivi in paese un albergo, un resort, un agriturismo, un rifugio escursionistico diverse case in affitto attrezzate con cucina, un negozio i cui proprietari si occupano anche del museo dei capelli(di pels nella ligua parlata qui).

 

La lingua degli Elvesi è l’Occitano. Molto altro chi scrive vorrebbe raccontarvi ma lo spazio a disposizione è tiranno. Informatevi delle cose da fare e vedere ad Elva su questo sito e veniteci a trovare scoprirete un luogo ricco di arte e storia in un ambiente unico ed affascinate.