Da sempre Elva soffre per il suo isolamento, il suo territorio è formato da una conca che man mano si restringe in una comba strettissima dalle pareti molto alte, tale da essere inaccessibile fino ad oltre la meta del 1800.
Poter in qualche modo avere la possibilità di percorrere tale comba è stato il cruccio di ogni Elvese di ogni generazione, perché il riuscirci significava accorciare di molto i tempi di percorrenza per il collegamento con i paesi della valle.
A quei tempi si andava solo a piedi con lo zaino carico, conducendo un mulo carico di provviste o con dietro un traino con su animali da commerciare e accorciare i tempi di percorrenza voleva dire una immensa fatica in meno e anche costi minori delle vettovaglie portate in paese.
Ma da quella data sopra menzionata bisognerà attendere fino al 1959 per dire di avere una vera strada. Andiamo con ordine, prima i collegamenti con la valle passavano esclusivamente per Stoppo, attraverso il colle di San Giovanni e quello Di Bettone.
Un collegamento lunghissimo e pericoloso in particolare d’inverno o con il mal tempo. Già nel 1763 il Sindaco ricorre all’intendenza di Cuneo facendo notare le difficoltà che gli Elvesi devono affrontare. Nel 1837, con il passaggio nel nostro territorio, di S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele il Parroco Pietro Giordana perora la causa di una strada attraverso il vallone per lenire in parte le fatiche dovute a collegamenti così difficoltosi.
Il Principe è favorevole, dice di inviare una relazione a S.M. il Re. Nel 1838 viene fatto un progetto e deliberato dall’Amministrazione Comunale per la costruzione si legge ”di una novella strada lunghesso il vallone detto Bedale Maggiore che va a sbucare nel fiume Maira.
Il progetto è redatto dal Geometra Elvese Giovanni Antonio Garneri. Nel 1850 anche il nostro Comune si dice favorevole al prolungamento della carrozzabile oltre Stroppo e con l’occasione vede una possibilità ulteriore di perorare la propria causa.
I lavori però ancora sono fermi, nel 1880 muore Alessandro Claro, oste in Borgata Traverse e lascia tutti i suoi beni al Comune “per l’apertura di una strada nel Vallone”.
Nel 1883 viene costituita la commissione Claro, una sottoscrizione che frutta 6.000 lire unita ad una prestazione gratuita di manodopera fanno si che si riesca a costruire un primo sentiero che attraverso la comba raggiunge i confini con Stroppo.
Nel 1891 alla richiesta di continuare il sentiero nel Comune di Stroppo questi si oppone adducendo scuse varie, ma in realtà, di fondo, c’è la paura che una nuova via di comunicazione dirotti i commerci con Elva altrove.
Il comune si oppone e fa ricorso in provincia e ricorre addirittura a Giolitti con il risultato che nel 1893 il sentiero raggiunge il fondovalle. Ora finalmente c’è un sentiero che viola la millenaria inaccessibilità della Comba, ma è per contro pericolosissimo e molto stretto da percorrere con uno zaino carico. Si decide di chiedere all’Autorità Militare l’intervento di un contingente di truppe per trasformare il sentiero in mulattiera.
Nel 1895 i militari accolgono la richiesta, anche per una loro visione strategica di un collegamento intervallivo, e disloccano un reparto di Alpini e una compagnia di Genieri minatori il, a spese del Comune sono il vettovagliamento e quelle per l’esplosivo.
Dopo sei mesi di lovoro si riesce solo a migliorare il sentiero e non a costruire una mulatiera. Nel 1899, su delibera Consigliare si fa un nuovo progetto per l’ampliamento di più tratte, ma nonostante i lavori il passaggio rimane sempre estremamente difficoltoso. Nel1908 Antonio Riberi di Stroppo lascia di 10.000 lire.
Nel 1914 viene presentato un progetto per una strada carrozzabile di 3 mt. nel 1919 si iniziano i lavori che pocedono molto lentamente e solo nel 1922 si riesce a collaudare il primo troncone di 850 mt. con la prima galleria, nel frattempo si fanno altri lavori e finalmente nel 1934 transita il primo mulo carico, cè una, seppur pericolosa, mulatiera della Comba.
Nel 1939 Benito Mussolini, in visita a Cuneo, accoglie le richieste Elvesi e stanzia una notevole somma che consente la ripresa dei lavori ma la guerra con la Francia ferma tutto e solo nel 1950 si riesce a riaviare la pratica con relativi finanziamenti. Finalmente nel 1959 si concludono i lavori e gli Elvesi hanno a disposizione una carrozzabile che attraversa la comba e con essa finisce l’isolamento. Un lieto fine? Non proprio.
Oggi la via è nuovamente chiusa, ci sono forti pericoli di caduta massi, forse nel recente passato si dovevano fare meno studi e installare più semplici paramassi. Recriminare non porta a nulla e tanto ci ritroviamo punto a capo in un momento in cui il Paese sta cercando una nuova rinascita, ma dopo tutta la lotta e i sacrifici che sono stati fatti per costruirla certo non ci arrenderemo alla situazione odierna.
L’Amministrazione Comunale è fermamente intenzionata, in accordo con l’Amministrazione Provinciale titolare della strada, di trovare una soluzione per la sua messa in sicurezza e la ripresa del transito.
Sui modi con cui si cerca di ottenere questo risultato e l’aggiornamento degli interventi vi rimandiamo alla pagina Vallone Nevs.